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Vimini, un’antica tradizione dell’artigianato calabrese

Il termine dialettale, quello originale e riferito al prodotto più in voga, è “panari”; si tratta di canestri, cesti simili nella forma a dei veri e propri secchi utili anzi indispensabili per la raccolta, il trasporto e la conservazione di numerosi prodotti agricoli, frutti, ortaggi, olive, funghi o castagne.

In alcuni casi e con riferimento a prodotti particolari i “panari” erano poi completati all’occorrenza con altri elementi, ad esempio nella raccolta dei fichi per mantenere integro e non danneggiato il frutto l’interno del cesto era rivestito di foglie. Si tratta, in buona sostanza, di utensili che nascono nella dimensione contadina e con gli stessi agricoltori che diventano artigiani a fine giornata e creano strumenti per le loro necessità. I panari sono un’antica tradizione dell’artigianato tipico calabrese le cui tracce risalgono a decine di secoli fa.

Ma non bisogna pensare ad un’unica forma, i panari sono solo una delle produzioni, in realtà si realizzavano ceste di varie forme e dimensioni. Oggi purtroppo l’intrecciatore di vimini è un mestiere in via di estinzione, la perizia nel costruire la trama intrecciando i rami del vimine (o le canne appositamente tagliate) rischia di andare perduta e tuttavia nell’entroterra calabrese ed in alcuni paesi quest’arte è ancora forte come tradizione anche identitaria.Accade, ad esempio, a Soriano Calabro ed a San Giorgio Morgeto dove i maestri dell’intreccio sono ancora all’opera e continuano a realizzare panari, cannistri, sedie impagliate e souvenir. A Soriano Calabro, in particolare, l’arte ha assunto il profilo della filiera ed esistono anche alcune fabbriche.

Tradizionalmente i materiali utilizzati, che cambiavano da posto a posto, erano le canne che crescevano spontaneamente lungo i canali o i torrenti e rametti di ulivo o altre piante che avevano come qualità quella dell’essere particolarmente flessibili (salice o castagno ad esempio). Ma specifiche erano poi altre realizzazioni come le  fuscelle di giunco utilizzate per le ricotte o i formaggi. I panari, o più in generale i cesti, realizzati a mano  sono oggi oggetti da collezione, veri e propri souvenir, la loro utilità pratica non esiste quasi più essendo stati sostituiti da contenitori realizzati con altri materiali.

“Si vua mu mantiani l’amicizia, nu panari va e l’attru vena”

(Se vuoi mantenere l’amicizia, un paniere va e un altro viene)

Proverbio calabrese