I Maestri d’ascia di Cariati

Li chiamano maestri d’ascia ed il loro lavoro, o per meglio dire l’arte, riguarda la materia ma chiama direttamente in causa esperienze di mare e conoscenze di terra. E’ un’arte che per molti e molti secoli è stata essenziale allo sviluppo delle comunità e dei popoli, il mare era fonte di cibo ed anche principale via di collegamento per i commerci e dunque per la prosperità.
Le barche (da pesca, commerciali o da guerra) erano strategiche e decisive per i destini di paesi, città, Stati, facile immaginare dunque che la loro costruzione fosse un’attività fiorente e tenuta nella massima considerazione. Di maestri d’ascia nella patria delle Repubbliche marinare, penisola proiettata nel Mediterraneo mare nostrum e ricchissima di legno, ce n’erano tantissimi al punto da dar vita a vere e proprie “scuole”; tre erano e sono gli elementi costitutivi di questa arte: la disponibilità di legname adatto, la perizia artigiana, conoscenza del mare. Oggi purtroppo di esperti in questo mestiere/arte ne sono rimasti pochissimi.
Con l’ascia, strumento duttile e versatile, si lavorano e sagomano parti di imbarcazioni medio-grandi, il suo utilizzo è dettato da alcune oggettive convenienze perché con essa si sgrossano più facilmente i legni più duri e si ottengono risultati più veloci rispetto ad alcune elementi delle imbarcazioni , le ossature, i madieri, le ruote di prua e poppa, gli alberi. Suggestive le operazioni che riguardano l’ossatura della nave, la superficie in legno è infatti ad angolazione variabile e richiede pazienza e perizia. In Calabria a Cariati, in provincia di Cosenza, i maestri continuano a lavorare suscitando interesse e visite turistiche; l’arte dell’ascia non è tipica del luogo ed ha una storia relativamente recente, negli anni Venti del XIX secolo giunge a Cariati Natale Monti, un maestro amalfitano che porto in riva alla Jonio cosentino il peso, l’esperienza e la grande tradizione della Repubblica marinara.
A Cariati Natale Monti, in pieno rione marinaro, creò un arsenale a cielo avviando un’attività che resiste ancora oggi, la tradizione continuò e si irrobustì con il lavoro dei figli Vincenzo (mastru Cenzinu) e Cataldo. Oggi l’arte è perpetuata soprattutto da un cariatese doc, Antonio Montesanto, che ha avuto la fortuna di essere “a bottega” con gli esperti amalfitani. Da segnalare, in positivo, il varo – è il caso di dire – di un progetto didattico “Allievi Maestri d’Ascia ” con il conferimento di borse di studio a giovani studenti con la possibilità di un apprendistato proprio presso i cantieri navali Montesanto.