18
Feb

Il frassino e la manna che non scende dal cielo

Nel racconto biblico Dio fa una promessa a Mosè: “Farò piovere del pane dal cielo per te”. E’ la manna narrata dal Libro dell’Esodo, la cronaca del lungo viaggio del popolo ebraico nel deserto.
La manna è sostanza attraverso la quale Dio non abbandona alla fame il suo popolo.
Ma un conto è la manna che piove dal cielo e corrisponde alla metafora narrativa della Bibbia, altra cosa è quella che invece esiste veramente, è sulla terra, ed ha avuto impieghi precisi.
Una manna di cui era ricca la Calabria dove, su terreni arsi e soleggiati, c’erano centinaia di alberi di frassino secolari, da questi alberi i contadini erano soliti ricavano una “miracolosa” manna.
I frassinocoltori estraggono la manna dagli alberi attraverso un’incisione effettuata con un’apposito attrezzo, una roncola affilatissima ed appuntita, nella corteccia (dai 5 ai 10 cm) fino a raggiungere l’alburno.
Dalle incisioni fuoriesce un liquido violaceo ed amaro che a contatto con l’aria si rapprende e diventa dolce, cristallino e biancastro: è la manna.
Il liquido gocciolando forma una sorta di stalattite, definita “cannòlo”, che è la parte più pregiata della manna.
Questo prodotto è ancora oggi utilizzato grazie alla presenza al suo interno di mannite (mannitolo), un dolcificante naturale; tra le sue proprietà quelle lassative ed emollienti, la si usa sciolta in acqua, miele o latte caldo in caso di bronchite.