Annona, il frutto esotico calabrese

“La Calabria sembra essere stata creata da un dio capriccioso che, dopo aver creato diversi mondi, si è divertito a mescolarli insieme”.
La frase è nota e la citiamo spesso, la scrisse Guido Piovene nel suo “Viaggio in Italia” nell’ormai lontano 1957; il giornalista e scrittore vicentino si riferiva al profilo geologico, culturale e storico della nostra regione ma la stessa frase descrittiva può essere senz’altro riferita alla Calabria agricola ed agroalimentare che ha in se inaspettate e sorprendenti peculiarità. Una di queste è senz’altro l’Annona, poco conosciuta ma tale da assegnare alla Calabria anche un contenuto “esotico”.
Si tratta di un frutto che, al pari del Bergamotto, ha trovato la sua terra d’elezione in provincia di Reggio Calabria; l’annona – originaria del Sud America – è giunta in Calabria due secoli fa quando su queste terre imperversavano gli Spagnoli.

Due le varietà coltivate in riva allo Stretto, la Fino de Jete e la Campas, da cui sono derivate però interessanti varianti locali particolarmente apprezzate per il gusto e le qualità nutritive; consumata fresca, tagliata a spicchi o scavata a metà l’annona è usata come ingrediente per marmellate, crostate, cake, sorbetti e gelati.
Il sapore è assimilabile a quello di ananas, banane, fragole, insomma corrisponde per intero all’idea ed al gusto di un vero e proprio “frutto dei Tropici”. Uno dei suoi limiti è dettato dalla conservazione, l’annona è sì gustosissima ma va consumata fresca con il beneficio, però, di mangiare un frutto che non solo è gradevole ma è anche e soprattutto nutriente.
La sua polpa, poco calorica, è infatti ricca di calcio, potassio, proteine, zuccheri e vitamina C.